Il tempo e l’arte, l’arte nel suo tempo, l’arte fuori dal tempo
Abbiamo, dopo anni di studio, l’abilità di collocare all’interno di una finestra temporale ben precisa le opere d’arte. Riusciamo, con gli anni, a riconoscere stilisticamente le opere e collocarle la storia, nel tempo, negli stili. E, al vero, la cosa riesce abbastanza semplicemente a chi è avvezzo a lavorare con le immagini, a riconoscere quasi immediatamente stili, influenze, mode. Il rapporto artista/fruitore si è mantenuto veritiero, di quella verità priva di ammiccamenti come dice Pascal, che, quindi, non lascia spazio a fraintendimenti. Il rapporto artista/fruitore/spettatore cambia, si modifica, diventa ammiccante, quando la verità del tempo viene modificata, quando l’artista decide che l’inganno temporale sia la sola e unica via per giocare con lo spettatore. L’uomo primitivo ne era scevro, la rappresentazione è palese, immediata, collocabile e decifrabile, senza ammiccamenti, una verità geometrica. La stessa arte utilizzata come denuncia, ha necessità di stare nel s