Paura e Sottomissione

La quarta parte del viaggio parte da luoghi lontani, luoghi che non conosciamo se non attraverso racconti. Da quelli di Alessandro Magno che si spinse ad oriente,  a quelli della guerra ad Al Qaida di tutto il mondo occidentale. Ed è da quest’ultimo che prendiamo spunto per questo viaggio artistico che si porta appresso immagini, luoghi, espressioni e volti di quelle terre lontane. Un viaggio raccontato attraverso le immagini di un territorio tanto bello quanto inospitale, tanto simile a noi quanto lontano. Questo viaggio l’autore lo racconta attraverso la sua gente, attraverso gli occhi che esprimono, ansie, paure e disagi. Nel quale la donna ha la funzione di “procreare” senza altri diritti, se non quello della razza, per concessione. L’immagine che l’autore mette assieme alle altre è quella di una donna racchiusa nella sua paura, anche solo quella di mostrare il suo volto. L’immagine “rubata” è quella della sottomissione. Il velo che nel viaggio dell’artista ha rappresentato la Grazia, il Mistero, la Speranza, qui rappresenta la Paura. La donna ha volutamente i colori freddi dei toni del blu, il volto è emaciato, scarno, gli occhi hanno il colore della melinconia (dal lat. melancholia, dal gr. melankholía, comp. di mélas ‘nero’ e kholḗ ‘bile’; propr. “bile nera” •sec. XIII.). I quattro volti sono accomunati dal velo che rappresenta per ognuna di loro un elemento diverso. Nell’opera l’artista le ha racchiuse in un nastro che si diparte dalla Grazia dell’Annunciata di Antonello e che percorre e racchiude i quattro volti. L’oro, presente in tutte, è la luce Divina, della religione e del Dio di ognuna di loro.


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