Sgarbi e S. Freud

Uno dei primi libri che ho letto di Freud è stato “il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio”. S. Freud vede nel motto di spirito una riduzione delle inibizioni, che consente di liberare una tensione psichica ottenendo un alleviamento del dispendio psichico già in atto e risparmio su quello in procinto di verificarsi. (Tratto dal sito psicolinea.it, online dal 2001: https://www.psicolinea.it/1905-freud-pubblica-il-motto-di-spirito-e-la-sua-relazione-con-linconscio/) Una delle citazioni che fa, vado a memoria, quella di due ricchi americani che volendo anticipare la socializzazione, pensano di farsi fare un ritratto da un artista locale. Ad un festa fanno intervenire un famoso critico d’arte il quale dopo aver analizzato le opere, esclama “Dov’é il Redentore?”. È chiaro il riferimento ai due ladroni che vennero crocifissi assieme al Cristo. Dare dei ladri in maniera geniale. Ogni motto, dice Freud, richiede un proprio pubblico, e ridere degli stessi motti è prova di una vasta concordanza psichica. Perchè vi ho parlato del motto di spirito? Perchè dopo l’ultimo sgarbo di Sgarbi in Parlamento (se di sgarbo si tratta), e l’essere stato “accompagnato” fuori dall’aula nel modo che tutti abbiamo visto, appare sul suo profilo un’immagine della sua “uscita” e di un’opera “La Deposizione” di Raffaello. L’dea, è geniale. Lui stesso che si paragona al Cristo che viene deposto dalla croce e portato al sepolcro. Nell’immagine Raffaello, ci propone una scena drammatica, carica di dolore per la morte del Cristo. Un momento non preciso del percorso che va dalla deposizione, la Croce è in alto a destra, verso il sepolcro, a sinistra. Interessanti le posizioni dei due che sorreggono il corpo, sono in accordo con lo sforzo fisico che stanno compiendo, anche lo stesso telo (sudario) è con le maglie tirate, tese. Il particolare, non da poco, quelli che trasportano il corpo non sono due Apostoli, tanto che non hanno l’ureola come gli altri (nell’opera probabilmente il figlio perso di Atlanta Baglioni), sono due due portatori. La somiglianza con l’immagine di Sgarbi, portato a braccia dai Commessi d’Aula, è altissima. La genialità è tutta nel post dell’on. Sgarbi. Portato a forza (solo spostato dirà), paragonandosi al Cristo che “spostato” verso il sepolcro resusciterà dopo tre giorni.  Un racconto: il percorso all’interno dell’aula fino all’esterno, almeno lo immaginiamo così; il percorso dalla Croce fino al sepolcro, per poi resuscitare. E quindi se vogliamo andare a fondo nell’itinerario del motto di spirito, Sgarbi è il Cristo, quindi Sgarbi Dio.


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