L’intuizione geniale di Antonello

Dice Sgarbi: “non c’è dipinto più silenzioso dell’Annunciata di Antonello”. Quando Antonello dipinge l’Annunciata è il 1474. Antonello è stato già in Olanda, secondo quello che ci racconta Vasari, ha già conosciuto la pittura ad olio, con Van Eyck, e l’ha portata in Italia. Ma la genialità è tutta compositiva.  Pensare al momento in cui, nella quotidianità dell’artista, sia per la prima volta comparsa l’idea del dipinto, è impossibile. Quando, in quale momento, e sotto quale spinta emotiva, religiosa, artistica, psicologica, decide di realizzare un dipinto in cui la Vergine è sola, sola con lo spirito di Dio che la pervade, che la scuote nel suo intimo, è impossibile conoscerlo. La immortala nell’esatto momento mistico, estatico in cui riceve la visita dell’angelo che le annuncia il lieto evento. Sola in un fondo nero. Sola, come dipingerà anche Leonardo nel cenacolo suo figlio, sola nel suo rapporto con Dio. La Vergine, è avvolta in un velo, di un azzurro meraviglioso, un azzurro che ci ricorda un chador arabo, un velo che la cinge completamente, e che lei raccoglie delicatamente con la sinistra a chiudere, quasi a custodire il segreto e la gioia dell’annuncio, la paura di un cammino in cui non sarà sola. La mano che sporge dal velo, accenna a un gesto forse di difesa, quasi a voler toccare la voce in un moto inconsulto, ma votato all’obbedienza. Il panneggio del velo è rigido, non lascia trasparire nessuna forma anatomica, scende verticale, appena accennate le pieghe da toni di luce bianca. Una luce che viene da sinistra, una luce della quale non scorgiamo nessun elemento materiale, una luce divina. Antonello anticipa i fondi scuri di caravaggesca memoria. L’intuizione di dipingere la Vergine sola, è se non altro geniale. Fra le pochissime opere in cui la vergine è sola con Dio. Leonardo nel cenacolo, come prima cennato, intuisce lo stesso tema, Cristo solo nella sua sofferenza per quello che dovrà affrontare, che conosce e per il quale si “immola” per volonta del Padre. La Vergine sola, con la voce di Dio, per la quale dovrà affrontare il suo sposo, Giuseppe, che la vuol ripudiare, ma che Dio stesso fa ravvedere. L’intuizione di Antonello lascia senza fiato.


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