I trucchi degli artisti: i corpi deformati di Botticelli

Beh, si, qualcuno potrebbe parlare si blasfemia dell’arte, invece no, si tratta di scorgere all’interno del linguaggio utilizzato dagli artisti anche forme nuove di espressione. In effetti non è certamente il primo, Sandro, nell’utilizzo di stratagemmi per mostrare abilità e far leggere ciò che egli vuole allo spettatore. E se noi guardiamo appunto, da spettatori, non ci accorgiamo di alcune “correzioni” che, gli artisti, hanno inserito per far “mirare” il bello oltre il bello stesso. Vediamo di seguito come, tre dei grandi storici dell’arte hanno letto, Sandro (come lo chiama affettuosamente Longhi), nella suo dipinto più famoso che è la nascita di Venere.

Longhi: “...quale equilibrio sappia raggiungere Sandro tra un’esaltata vibrazione di corpo singolo, e la concomitanza totale della linea in un ritmo. Se guardate infatti alla Venere non tarderete ad accorgervi come sia chiaro il commento crepitante delle figure laterali all’apparizione centrale della dea. ... espresso senza chiaroscuro dia una nota di contorno solitaria e unità s come un astutissimo <trillo di violino> e dal timbro fuso come <di soprano> un a solo.”

Grombrich: “...la composizione è estremamente armoniosa. Le figure del  Botticelli sono meno solide. La venere del Botticelli è tanto bella che non rileviamo l’innaturale lunghezza del collo, le spalle spioventi e lo strano modo con cui il braccio sinistro èn raccordato al corpo. O, piuttosto, dovremmo dire che tutte queste libertà che il Botticelli si prese con la natura per ottenere la grazia della linea accrescono la bellezza e l’armonia del disegno, in quanto accentuano l’impressione di essere infinitamente tenero e delicato, spinto alle nostre rive come un dono del cielo...”

Argan: “il Botticelli è stato considerato un mistico del bello ideale, un puro esteta. La sua pittura è invece carica di problemi, anche religiosi e morali e se, indubbiamente, mira a realizzare un bello ideale, è perché tale era il fine, etico e conoscitivo, della cerchia culturale neo-platonica, a cui il Botticelli è stato, più d’ogni altro, profondamente legato....Spirito “sofistico”, come dirà il Vasari, il Botticelli risale all’origine del contrasto tra natura e storia: ... il suo scopo è di superare l’antitesi, di trovare qualcosa che sia ugualmente al di là della natura e della storia.”

Se osserviamo il dipinto, ci accorgiamo, come già detto, di “trucchi” grafici che permettono di vedere la Venere come una soave creatura che dalle acque del mare raggiunge le rive (di Creta), racchiusa in una linea sinuosa che ricorda le afroditi e le veneri greche del periodo ellenistico, quando la rilettura del rapporto con la religione, fa “togliere” il chitone che fino ad allora ne aveva coperto le grazie. 

La Venere presenta qualche difetto fisico, dal quale rifuggiamo, perché sovrastati dalla bellezza. 

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