Artisti, dipinti e il tempo

Artisti, dipinti  e tempo, tre elementi che si legano a doppio filo tra di loro. Tempo, si non quello delle lancette che scorrono inesorabili, ma quello della storia, quello che ci permette di collocare tutto nella corretta posizione temporale degli avvenimenti. Ma la ricerca artistica, i percorsi che taluni intraprendono, inconsciamente o deliberatamente, li portano a collocarsi in una dimensione del tempo che non appartiene a nessuna epoca. Le produzioni artistiche da un certo punto in poi, non appartengono più al tempo ma, solo alla storia, a quella dell’arte e basta. Si collocano fuori dal tempo. Soggetto, pennellata, colori, luoghi. Quindi che un’opera sia stata prodotta nel 1900, nel 1800, non importa, essa si colloca al di fuori, tanto più che gli oggetti della stessa epoca apparirebbero decontestualizzati, vecchi, non appartenenti di fatto al tempo dell’opera stessa. Pochi sono gli artisti che potremmo collocare fuori dal tempo degli avvenimenti storici, fuori  da ogni epoca da ogni sistema da ogni corrente artistica. Affidandoci ai critici d’arte, agli storici, almeno due sicuramente. Gauguin. Artista che decide di ritrarre popoli che vivono anch’essi una condizione fuori dal tempo, primitiva per certi versi, legati alla natura. Gauguin decide di affondare la sua pittura nel primitivismo (artistico e temporale) del popolo polinesiano per fuggire la follia del mondo. Affonda la sua pittura semplice, colorata, per certi versi innaturale in un fondamento evoluzionistico senza tempo, che lascia spazio soltanto alla scansoine darwiniana del mondo. Munch, norvegese, unico tra gli artisti per un unico dipinto, tra i più famosi, rubati, copiati. (La emoticon 😱). Guardandolo ci accorgiamo che anch’egli è fuori dal tempo in cui è stato dipinto. Di  fatto un contemporaneo. Scrive lo stesso Munch “ ... Sentii un urlo attraversare la natura: mi sembrò quasi di udirlo. ... dipinsi le nuvole come sangue vero....I colori stavano urlando.” Anticipatore del tempo futuro.