La bellezza salverà il mondo. Dostoevskij

Facciamo nostra questa frase, contestualizziamola nel nostro mondo, quello dell'arte e dell'architettura, dove vi sta benissimo. Senza fare un trattato di bellezza (e quindi per contrapposizione di bruttezza) possiamo sicuramente dire che dai greci ai giorni nostri tutte le definizioni di bellezza hanno il sapore della soggettività. Chiedere cosa è bello (e quindi cosa è brutto) è sempre un lavoro che il nostro cervello fa su parametri strettamente soggettivi. Scriveva Hegel nella sua Estetica  che se ogni fidanzato o ogni marito trovi bella, esclusivamente bella, la propria moglie o fidanzata, e se il gusto soggettivo di questa bellezza non ha alcuna regola fissa, questo si può chiamare una fortuna per entrambe le parti. Ed ancora la bellezza e la bruttezza non hanno sempre conosciuto definizioni che siano riferibili ad un fatto estetico, ma a criteri politici e/o sociali. Il bello e il brutto sono, inoltre, relativi ai tempi e alle culture. Dalla statua di Policleto, canone di bellezza, al David di Michelangelo, corpo perfetto, alla Venere del Botticelli, rappresentano, anche se non sembra di primo acchito, canoni di bellezza differenti per, epoche, stato sociale, rappresentazione. Infine, non ultimo, il brutto può diventare bello attraverso la sua rappresentazione. E per scomodare Shakespeare nel Macbeth "il bello è brutto e il brutto è bello ....".  La bellezza salverà il mondo, siamo partiti da questa affermazione per approdare ad un altro assunto. Poniamolo come domanda, l'arte, l'architettura, salveranno il mondo?  Ricordiamo che nel corso dei secoli tutte le guerre hanno lasciato uno strascico di violenza, di saccheggi, di distruzione del patrimonio artistico e architettonico, librario e culturale in genere. Ricordiamo dai greci che non furono solo colonizzatori, la fine dell'impero romano, l'iconoclastia, la distruzione dei libri durante il nazismo, la prima e seconda guerra mondiale (la Convenzione dell'Aja è del '54) non ultimo le attuali vicende che vedono orde di sciacalli distruggere pezzi del patrimonio dell'umanità in nome di una religione travisata. Ecco che l'interrogativo lascia trasparire tutta la sua inadeguatezza di fronte ai fatti che abbiamo citato, la bellezza non è riuscita a salvare il mondo. Ora invertiamo i termini:  il mondo salverà la bellezza? Salverà l'arte, l'architettura, i libri, i manoscritti, etc? Mentre come affermazione ha tutto il suo senso di esistere, come interrogativo, forse, avremmo qualche difficoltà ad argomentare, sia nella prima forma sia nella seconda. Riusciremo a salvare il nostro patrimonio culturale (nella sua accezione più ampia) che rappresenta la nostra storia, la nostra cultura? Interventi scelerati stanno ponendo a serio rischio alcuni monumenti, opere, città. Riusciremo attraverso interventi mirati, ragionati, fatti con quella che si chiama la regola dell'arte, a salvare il nostro patrimonio storico, artistico ed architettonico? riusciremo a salvare la bellezza come fonte di storia, di vita e di cultura?

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